È il poker un gioco di fortuna o abilità?
Questa è la domanda a cui gli economisti Steven D. Levitt (autore di “Freakonomics”) e Thomas J. Miles provano dare una risposta. Lo studio con il titolo “The Role of Skill Versus Luck in Poker: Evidence from the World Series of Poker” (il Ruolo della Fortuna nel Poker: la Prova delle WSOP) è stato pubblicato recentemente e commentatto dall’autorevole giornale Wall Street Journal.
La ricerca di Miles e Levit analizza le performance di 32.000 giocatori in 57 tornei delle WSOP e si conclude affermando che il poker sia un gioco di abilità e non di fortuna.
Il metodo della ricerca
I sue ricercatori hanno diviso i partecipanti alle WSOP in “Top player” e “Non Top Players” basandosi sulle liste dei Top Players delle riviste Bluff Magazine, PokerPages, CardPlayer oltre che sulla lista dei vincitori delle precedenti sessioni delle WSOP (World Series di Poker) e delle WPT.
I due ricercatori hanno successivamente proceduto a comparare il totale del buy-in (quote d’ingresso pagate per giocare eventi delle World Series) con il totale delle somme vinte, così da determinare quale categoria (“Top player” e “Non top players”) fosse vincente ai tavoli.
Calcolando semplicemente il ROI (Return of Investement – l’indice di redditività del capitale investito) i due studiosi sono arrivati alla conclusione che nel poker, l’elemento fortuna non sia determinante.
La conclusione della ricerca sul poker
La coppia ha scoperto che i 720 giocatori classificati come “Top players” hanno vinto una media di più di $1.200 per ogni evento, ed il ROI è stato del 30% sull’investimento iniziale rispetto al campione dei “Non Top players”, che hanno avuto in media una perdita di $400 per evento, il 15% del loro investimento.
La conclusione della ricerca dimostra come il gioco del poker sia un gioco o una disciplina di abilità. In passato studi sono stati condotti arrivando alla stessa conclusione.
Voi che ne pensate: è il poker soprattutto un gioco di abilità o di fortuna?
Vuoi saperne di più? Consulta l’articolo originale sul Wall Street Journal.
La ricerca è scaricabile sul sito del National Bureau of Economic Research
